Foto: Susanna Blåvarg

Foto: Susanna Blåvarg

Si chiama Kintsugi (金継ぎ), arriva dal Giappone e sta facendo impazzire l’occidente; è la tecnica di riparazione di oggetti in ceramica che prevede l’utilizzo di oro colato per riunirne i frammenti.

Avete presente il momento in cui realizzate che la vostra tazza preferita sta per frantumarsi in mille pezzi? Io si, benissimo.
Ho più di un ricordo in cui, a bocca aperta e con fare incredulo, contemplo l’oggetto cadere  – da scaffali, dalla lavastoviglie, dalle mie stesse mani – fino a scontrarsi inesorabilmente con il suolo.

 

 

Disperarsi e rimproverarsi per le “mani di burro” può aiutarci a sopportare il dolore, ma non è di certo una soluzione.
Una soluzione è invece il Kintsugi, la tecnica giapponese che regala nuova luce e nuovo valore ad un oggetto attraverso l’utilizzo di oro liquido. La tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi sia dal punto di vista economico sia da quello artistico. Ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi.

Dalla ceramica alla vita

Non si tratta però di una questione puramente estetica ed economica, la pratica nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.
Non c’è dunque –  secondo la metafora del Kintsugi – errore, distrazione o caduta che non possa essere nobilitata e portare qualcosa di buono.
Il messaggio più potente che questa filosofia veicola è che qualsiasi frattura è riparabile qualora lasciasse dei segni o delle cicatrici, questi non vanno nascosti ma accettati, portati con orgoglio ed esaltati dalla ricchezza dell’oro.
Si tratta di un’idea molto potente che ha ispirato progetti di grande valenza estetica.

Tomomi Kamoshita

Tomomi Kamoshita, un ceramista giapponese, ha impiegato la tecnica di riparazione per creare una collezione di porta bacchette servendosi di pezzi di ceramica trovati in spiaggia.

TJ Volonis

Forse ancora più forte e significativo è Repaired Heart, un progetto dell’artista TJ Volonis, in cui il valore estetico si unisce a quello spirituale del Kintsugi, mostrando –  visivamente – i benefici della tecnica giapponese.

The Kintsugi Project

Dalla vita alla carne. Abbiamo parlato di segni e cicatrici e di quanto il Kintsugi incarni una filosofia applicabile non solo alla materia ma anche alla vita stessa. The Kintsugi Project parla proprio di questo: le cicatrici del corpo e quelle dell’anima non vanno ripudiate ma omaggiate con orgoglio perché raccontano delle storie di dolore e vittoria.

Raccontata così, tra progetti fotografici ed opere d’arte, la pratica del Kintsugi sembra essere qualcosa di inarrivabile ed elitario.
Non è assolutamente vero! Se volete cimentarvi nell’utilizzo della tecnica – che sia per riparare una ferita del cuore o la vostra ciotola per la colazione preferita –  su www.humade.nl potete acquistare il New Kintsugi repair kit.
Se invece siete più pigri e meno coscienziosi ma avete un appetito estetico da soddisfare, Seletti ha realizzato una collezione ispirata a questa tradizione. Il designer Marcantonio ha sperimentato il kintsugi proponendone una personalissima versione.  Le sue ceramiche sono ricomposte creando forme giocose ed esasperate e le venature che tengono uniti i pezzi sono in oro 24 carati.

Il Kintsugi sta bene con qualsiasi stile, scopri il tuo con il nostro style quiz!

 

 

 

 

 

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